Per assecondare le esigenze di velocità del web trascuriamo gli aspetti lenti dell’informazione come bene, risorsa della collettività.

Ieri su Dol’s Magazine è stato pubblicato un mio post sull’omeopatia. Dovevo scrivere di terapie alternative (o, almeno, che millantano di esserlo) per una platea di donne appartenenti a categorie professionali eterogenee. Ho dunque pensato di osservare il fenomeno da una prospettiva meno rigorosa, per giungere al cuore della trattazione evitando gli spigoli di un ragionamento strettamente tecnico.

 

MONICA BELLUCCI E L’INFORMAZIONE ALTERNATIVA

La scelta di citare quello stralcio di un’intervista all’attrice Monica Bellucci era pericolosa. Esponeva il pezzo al rischio di essere eventualmente considerato in base all’opinione personale del lettore sul personaggio e non all’informazione cui rimandava.

informazione scientifica, monica bellucci

 

Sapevo che avrebbe reso più difficile arrivare anche solo al merito della questione. Ma ho intravisto nelle parole della Bellucci una modalità abbastanza condivisa: quella di ricorrere all’omeopatia per fiducia. Questa rappresenta una vera e propria distorsione del ragionamento sui temi dell’informazione scientifica. Se la salute afferisce a questioni scientifiche, la fiducia è l’atteggiamento meno indicato nel decision making. Ci si fida di tutto ciò nei confronti del quale non è legittimo pretendere una spiegazione. La fede religiosa non è il risultato di un percorso mentale galileiano.

 

 

L’omeopatia ed i suoi rischi per la Salute: ecco l’approfondimento.

 

LO STORYTELLING DELLA SALUTE RICHIEDE FACT CHECKING

Sui temi della scienza dobbiamo esaminare le fonti, pretendere delle prove e decidere sulla base di criteri oggettivi. L’informazione non deve passare attraverso il vaglio dell’emotività. Altrimenti si finisce con l’utilizzare registri validi ma fuori contesto, combinando solo grandi pasticci. Con le conseguenze che conosciamo, quelle dell’abolizione dell’informazione corretta.

Le reazioni al post sono state completamente dirette, come avevo previsto, ma più di quanto avessi messo in conto, contro o a favore dell’attrice e della sua scelta. Il tema della fiducia e dell’opportunità di farne un criterio decisionale in salute, è scivolato in secondo piano.

 

INFORMAZIONE ORIENTATA E INFORMAZIONE CONTROCORRENTE

Provo a trovare delle spiegazioni:

  • la popolarità della Bellucci è tale da polarizzare tutte le attenzioni ed i commenti. L’appeal del dissenso sull’omeopatia è di molto inferiore e non certo capace di riorientare l’interesse altrove;
  • è più semplice e immediato commentare le esternazioni di un personaggio pubblico (nei confronti del quale tutti, bene o male, ci siamo già fatti un’idea) che non esprimere riflessioni sensate su tematiche che richiedono almeno una lettura attenta della realtà;
  • il lettore incorre più facilmente nel rischio di schierarsi quando si toccano argomenti che hanno implicazioni emotive forti. Quando è coinvolto un personaggio pubblico, cedere a questa tentazione diventa per lui quasi irrinunciabile.

La confusione che si è creata sui contenuti e sul messaggio di quanto ho scritto dipende solo da me, ovviamente. Stamattina, però, mi è venuto in mente che avrei potuto osservare la situazione da un altro punto di vista. E mi sono consolata con la consapevolezza di aver imparato qualcosa di nuovo.

 

I PERSONAGGI FAMOSI SI SCHIERANO SUI VACCINI

Quante volte, in questi ultimi tempi, abbiamo udito personaggi dotati di una certa visibilità mediatica esprimere un parere sui vaccini, per esempio? Alcuni di loro non avevano neppure bisogno di acquisire maggiore popolarità esponendosi su temi hot. Il caso di Monica Bellucci, per esempio, è stata solo l’espressione garbata di un parere personale. Altri hanno detto la loro, e ce la siamo cavata con qualche frase ininfluente. Ma, nella maggior parte dei casi, purtroppo, i pensieri espressi non sono stati tanto ordinati. I principi scientifici sono stati calpestati con facilità e frequenza impressionante.

Se le star non spostano (mediamente) di molto i rilevatori di visibilità, chi muove le fila, strumentalizzando le loro dichiarazioni come sponsor gratuiti, beneficia in maniera inequivocabile delle loro esternazioni. E funziona, perché in questi casi capita in maniera prestabilita quello che a me è successo come effetto collaterale. Il personaggio prevale e sposta l’argomento di conversazione, catalizza globalmente l’attenzione del lettore, orientando i suoi commenti e spingendolo a formarsi un’opinione sulla base di parametri diversi rispetto a quelli del merito.

 

L’INFORMAZIONE PERFETTA NON ESISTE

La disinformazione riesce a raggiungere entrambi gli scopi. La diffusione che l’aggancio ad un personaggio conosciuto garantisce. Ma anche lo spostamento del baricentro della comunicazione scientifica su livelli non scientifici.

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Alle nostre latitudini la politica ha espresso, in un via vai di conferme e smentite, apprezzamento per le opinioni antivax di Robert De Niro. Non penso che l’indiscussa star di Hollywood, malgrado il calo di popolarità degli ultimi anni, sia fiera di ciò.

 

 

 

 

Su Robert De Niro ed il suo appoggio ai novax: leggi qui.

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Bebe Vio è bravissima nel veicolare contenuti scientifici verificati con sorprendente facilità. Forse anche per via della drammatica esperienza personale.

 

 

 

 

 

Ma i lettori, quelli attenti, quelli che soffrono nell’osservare superficialità nell’informazione, vogliono di più. E io auguro a tutti coloro che vivono l’informazione come percezione di una differenza fra conoscenza e ignoranza che questa richiesta non si interrompa mai.