Per trarre il maggior valore dalle cure, i pazienti devono sfruttare tutte le opportunità offerte dall’innovazione digitale, abbracciando un ruolo nuovo.

Moltissimi gli spunti di riflessione offerti dalla Giornata In Piazza a cui ho partecipato venerdì 12 ottobre. Splendida iniziativa di AFI (Associazione Farmaceutici Industria) con il patrocinio di Regione Lombardia.

Nella suggestiva cornice della piazza (appunto) Città di Lombardia, nel cuore della Milano più moderna ed innovativa, ho ascoltato medici, rappresentanti delle industrie farmaceutiche, delle associazioni di ricerca farmacologica e delle istituzioni.

Al centro del programma l’importanza della ricerca clinica per la cura delle malattie. Quali benefici arrivano ai pazienti? In che modo? Come portarli a conoscere gli strumenti offerti dall’innovazione?

 

I PAZIENTI PER UN BLOG CHE RACCONTA I FARMACI

Quello che più ha colpito la mia attenzione di blogger immersa nel complesso e sfaccettato mondo dei farmaci è stato il rapporto dei pazienti con essi. Molto spesso capita che strumenti di grande valore non siano percepiti come tali dai malati. Questa è responsabilità della comunicazione: per questo, da esperta di comunicazione nel settore farmaceutico, mi pongo il problema.

Il valore dell’innovazione in Sanità: qui scrivo delle nuove prospettive.

Come comunicare ai pazienti che un medicinale è efficace e sicuro, anche alla luce della polemica sui vaccini?

Dobbiamo trasferire messaggi rassicuranti ma precisi, semplici ma non banali.

 

IL DIGITALE: I PAZIENTI E LE NUOVE OPPORTUNITA’

La sperimentazione clinica deve coinvolgere i pazienti ed i cittadini in maniera più completa ed efficace. Lo spiega bene il professor Giuseppe Recchia, membro del board di Fondazione Smith Kline, ente morale impegnato nell’innovazione in Sanità.

Di Fondazione Smith Kline ho scritto all’epoca del workshop sul Ruolo dell’Intelligenza Artificiale nell’Industria Farmaceutica. Altra occasione di dibattito (e, per me, di formazione) sul valore dell’innovazione nella produzione dei farmaci.

Il paziente è al centro non così, per dire che ci si deve occupare di lui, ma perché il suo apporto alla progettazione ed alla esecuzione degli studi sperimentali è necessario, quasi obbligato.

La Lombardia è al top nel farmaceutico in Europa

sottolinea Giulio Gallera, Assessore al Welfare di Regione Lombardia. E’ la prima regione in Europa per numero di occupati nel settore. E’ la regione leader in Italia per investimenti e numero di persone che lavorano nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci.

Lo leggiamo nel rapporto di Farmindustria dall’azzeccatissimo titolo La Ricerca e’ Vita.

Ma, per essere veri leader, dobbiamo saper sfruttare le opportunità.

 

COSA SIGNIFICA ESSERE PAZIENTI OGGI

Le possibilità che provengono dalla tecnologia digitale, oggi, hanno la priorità su tutte. Almeno nell’ottica dell’emancipazione dei pazienti, nel loro engagement rispetto alla terapia. Così come nella loro responsabilizzazione: sono i più importanti responsabili della loro Salute.

E la ricerca farmacologica, in tutto questo?

Anzitutto dovremmo parlare di ricerca tout-court, se vogliamo per primi recepire il messaggio. Il concetto di cura è in piena rivoluzione. Essere pazienti oggi è totalmente diverso rispetto al recente (e recentissimo) passato.

I dispositivi medici, siano essi strumenti, apparecchiature, impianti, app o software usati per prevenzione, diagnosi, cura o controllo di una malattia, sono equiparabili a farmaci.

Come essi, sono oggetto di ricerca e sviluppo, devono essere approvati da un’autorità regolatoria. Sono soggetti a vigilanza una volta introdotti sul mercato.

 

COSA VOGLIONO I PAZIENTI?

Il digitale ha rivoluzionato i paradigmi della ricerca, anch’essa destinata a subire pesanti modificazioni.

I pazienti vogliono oggi ciò che volevano prima: una cura. E ne hanno bisogno subito, adesso, non quando ormai non ci sarà più nulla da salvare. Non quando la qualità della loro vita sarà irrimediabilmente compromessa. Non quando la loro stessa possibilità di sopravvivenza sarà nulla.

Ma, se la ricerca cambia, il paziente non può certamente starsene incasellato nella sua figura tradizionale. Non negli anni che offrono vantaggi tecnologici alla portata di tutti (o quasi).

Per questo i pazienti devono essere disposti ad abbracciare il loro nuovo ruolo, fatto di:

  • avvicinamento al mondo digitale
  • sviluppo di una cultura tecnologica di supporto
  • letture, informazione
  • fonti accreditate
  • rinuncia alle lusinghe delle facili soluzioni, delle fake news.

 

QUANDO I PAZIENTI PARLANO DI CURA

Oggi è stato descritto il paziente del prossimo futuro. Informato, usa le app mediche con attenzione e coinvolgimento. Partecipa agli incontri divulgativi promossi dalle Associazioni dei Pazienti. Segue le prescrizioni del medico e del farmacista precisamente, consapevole dei rischi di una scarsa aderenza terapeutica. Conosce la sua malattia, così come le cure a sua disposizione.

Il paziente del prossimo futuro è parte attiva delle sperimentazioni cliniche. Perché nessuno più del malato conosce le esigenze dei pazienti che offrono della sua stessa malattia. Nessuno più di chi le sperimenta sul proprio corpo.