COMBATTERE I SUPERBATTERI CON IL DIAVOLO DELLA TASMANIA

Nuove speranze per la produzione di molecole innovative: antibiotici di nuovissima generazione in grado di sconfiggere i superbatteri.

I SuperBugs sono batteri resistenti agli antibiotici finora utilizzati. A causa della loro capacità di sopravvivere ai composti più efficaci costituiscono una minaccia seria per tutti i Governi, senza distinzione di continente. Gli esperti calcolano che potrebbero uccidere 10 milioni di persone entro il 2050. Il pericolo ha dimensioni così importanti da essere arrivato sul tavolo dell’ultima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La ricerca sta testando nuove sostanze, nella speranza di trovare composti attivi sui quali lavorare per disegnare e sviluppare medicine utili a superare l’emergenza.

Pare che una molecola contenuta nel latte dei diavoli della Tasmania sia attiva contro due dei peggiori esempi di microorganismo resistente: MRSA (Staphilococco Meticillino resistente, conosciuto anche con il mitologico appellativo di Golden Staph) e VRE (Enterococco Vancomicina resistente).

Si tratta di un peptide, una catelicidina, presente anche nell’organismo della specie umana. La differenza è che gli uomini ne possiedono un tipo, mentre questi marsupiali ben 12. La sostanza è stata testata contro 25 tipi di batterio e sei tipi di fungo (compresa la Candida albicans).

I Diavoli della Tasmania sono esposti in maniera intensa al contatto fin dia primi giorni di vita con batteri di ogni tipo. Sono definiti “gli aspirapolveri della foresta” per la loro capacità di nutrirsi di serpenti, uccelli, pesci e insetti, dei quali mangiano tutto, dalla pelliccia, alle piume, alle ossa, agli organi interni, alla carne. Vivono, pertanto, in un ambiente molto sporco, che non risparmia il marsupio, ove il piccolo mammifero viene accolto dalla mamma fino al completamento della sua maturazione.

Di recente l’intera specie è stata colpita da una devastante forma tumorale di origine microbica, che colpisce l’animale in corrispondenza del muso e manifesta un’elevata contagiosità. Si stima che ne sia affetto l’80% della popolazione: un numero che potrebbe porre la specie a rischio di estinzione. Tuttavia, sembra che i peptidi antibatterici siano attivi anche contro i microorganismi connessi all’insorgenza di questa tipologia di cancro. Così, nessuno si sorprenderebbe se il Diavolo della Tasmania riuscisse a salvarsi grazie all’antibiotico da esso stesso sintetizzato.

Gli scienziati specificano che questa scoperta non deve essere interpretata come la scoperta di un nuovo farmaco, ma che è un importante passo in avanti verso la soluzione del problema delle resistenze antibiotiche.