Il tumore al colon è in aumento nei giovani: quanto pesa lo stile di vita e come cambieranno prevenzione e diagnosi precoce?

Uno studio americano pubblicato qualche giorno fa indica che il tumore del colon-retto è in deciso aumento nei giovani statunitensi.

I risultati della ricerca condotta dall’American Cancer Society e dal National Cancer Institute testimoniano chiaramente che la patologia è in crescita fra i millennials. L’epidemiologa e coordinatrice dello studio Rebecca Siegel puntualizza che le persone nate nel 1990, ad esempio, hanno il doppio del rischio di sviluppare il carcinoma del colon. Nonché il quadruplo del retto, rispetto ai nati nel 1950 alla stessa età.

 

TUMORE AL COLON: UNA MALATTIA IN GENERALE RIDUZIONE

La notizia sorprende per due due aspetti:

  1. incidenza in diminuzione: il tumore al colon è una neoplasia complessivamente in calo nella popolazione globale
  2. variazione della fascia di età colpita: in passato il tumore al colon ha rappresentato una malattia tipica degli over 50.

Queste sono anche le ragioni che rendono la diagnosi precoce molto difficile. I medici che ne osservano i sintomi tipici sono inizialmente orientati verso altre conclusioni, se l’età del paziente è giovane.

 

UN’INVERSIONE DI TENDENZA

La colonscopia, che è l’esame più specifico per la diagnosi, viene prescritta dopo i 50 anni. Per giunta i sintomi sono vaghi. Problemi digestivi, diarrea, stitichezza, crampi e dolori addominali sono compatibili con una quantità di sindromi di importanza decisamente più limitata rispetto al tumore.

Anche la presenza di sangue nelle feci è un indizio che, a queste età, è più frequentemente ricondotto ad un problema di emorroidi.

Ci troviamo di fronte ad un’inversione di tendenza.

Questo tumore è in calo da anni globalmente, anche per:

  • screening: la diffusione degli screening nel caso di appartenenza ad una categoria a rischio aumenta la possibilità di diagnosi precoce
  • alimentazione: la consapevolezza delle ripercussioni di un’alimentazione sbagliata sull’innalzamento del rischio di tumore è alta.

 

LE CAUSE DEL TUMORE AL COLON

I fattori più direttamente riconducibili al tumore al colon sono:

  • obesità: uno studio del 2014 dimostra che un aumento di 5 punti nel body mass index aumenta del 10% la possibilità di sviluppare il tumore al colon;
  • cibi raffinati: l’assunzione abituale di piatti pronti e pietanze elaborate aumenta il rischio. Per contro, un’alimentazione ricca in fibre (e quindi in materie prime di origine vegetale) si mostra protettiva;
  • carni rosse: l’eccessivo consumo determina una condizione di prolungata infiammazione della mucosa intestinale. Circostanza che, nel lungo termine, può portare alla degenerazione tumorale;
  • sedentarietà
  • fumo da sigaretta: in un piccolo inciso (qui aperto e qui richiuso) specifichiamo che il fumo è stato messo in relazione con praticamente la totalità dei tumori;
  • abuso di alcol: l’alcol è stato inserito fra gli agenti cancerogeni son dal lontano 1988. A livello del colon agisce irritando la mucosa e impedendo alle cellule di ripararsi. Si innesca così un processo cronico che può evolvere in tumore.

 

RIFLESSIONI SU QUESTO TREND

Finora si tratta di un trend più americano che europeo, ma che minaccia di farsi sentire anche al di qua dell’Atlantico.

Comprendere i meccanismi che governano il fenomeno potrebbero essere strategico anche per ottenere ulteriori informazioni utili su questa malattia.

E’ anche importante ai fini di innalzare il livello di attenzione sul fatto che questa malattia stia colpendo una fascia di età relativamente nuova rispetto al passato.

 

COSA POSSIAMO FARE

Negli Usa è stato annunciato un intervento correttivo nelle linee guida, che tuttavia non potrà precedere ulteriori ricerche in merito.

La questione degli screening è particolarmente delicata oggi. E’ attuale la polemica nata attorno all’abitudine di coinvolgere fette di popolazione in campagne costose con risultati non soddisfacenti. Studi protratti negli anni testimoniano il numero eccessivo di mammografie, ad esempio, cui sono state sottoposte le donne. Eccessivo soprattutto se confrontato con i reali benefici che si sono ottenuti in termini di diagnosi precoce del tumore al seno.

E’ anche vero che la colonscopia è funzionale anche alla diagnosi della “sola” poliposi intestinale, la condizione che spesso precede il tumore. Potrebbe dunque svelare un’anomalia prima che questa deflagri.

Ad oggi, tuttavia, deve essere ancora elaborata una riflessione seria e scientifica sul bilancio costi-benefici.