
Le pause: uno strumento di comunicazione strategico
Nella mentalità comune, i silenzi e le pause vengono inquadrati come un incidente nel percorso di comunicazione, una sorta di necessità dettata dall’esigenza di riprendere fiato e interrompere la fluenza altrimenti inarrestabile della scrittura: raramente sono visti nella funzione di strumento di comunicazione strategico.
Ci siamo convinti che parlando a macchinetta veniamo ascoltati più facilmente, che le soluzioni di continuità nei nostri discorsi e nei nostri scritti sono da abolire. Dovunque è un fiorire di contenuti all’ultimo respiro, frasi masticate senza pietà, ritmi di espressione indiavolati.
Questo tipo di comunicazione funziona molto bene in certi ambienti, nei quali viene studiata però con dovizia di particolari.
Pensiamo alla radio, un ambiente nel quale una pausa non prevista potrebbe dare l’idea di essersi scollegati e dove il supporto dell’immagine non è una carta giocabile. Ma anche alle cronache calcistiche, nelle quali l’accelerazione della fluenza è funzionale all’accrescimento della tensione nel telespettatore. Ma anche al tratto distintivo che ha contribuito a rendere noti certi personaggi: Enrico Mentana era soprannominato “mitraglietta” dal folto pubblico dei suoi ammiratori e Milly Carlucci è soggetto di riuscite parodie incentrate sulla sua caratteristica espressione incalzante.
In altri contesti, però, le pause rappresentano uno strumento di comunicazione al pari delle parole. Come diceva il celebre architetto Le Corbusier, sono le ombre a dare forma alla luce: così come accade per un paesaggio illuminato in maniera uniforme, anche un discorso senza silenzi risulta piatto.
Per creare la giusta prospettiva, puoi seguire questi 3 suggerimenti:
🤫 Inserisci le pause in fase di scrittura del discorso: in questo modo, ti preparerai recitandolo già nella forma finale; usa i silenzi per sottolineare gli aspetti strategici: come i punti cruciali, anche le pause non dovranno essere molte, per non rischiare di diluire l’interesse del pubblico;
🤫 Tieni a bada l’ansia respirando profondamente: è lei a farci andare a rotta di collo, ma è lei anche a bloccarci togliendoci le parole;
🤫 Accompagna i silenzi con una postura adeguata: sì agli sguardi penetranti e diretti verso gli interlocutori (ehi, sto parlando a te, proprio a te!), no alle mani in tasca (che imbarazzo…) e alle braccia incrociate (batto in ritirata).
Questo contenuto è parte del progetto Trova le tue parole, il mio format estivo ricco di suggerimenti e consigli per dare valore alla propria comunicazione.