
Cannabis a uso medico: il monitoraggio del consumo
E’ stato pubblicato nei giorni scorsi da parte dell’Istituto Superiore di Sanità il documento Monitoraggio delle prescrizioni magistrali di cannabis per uso medico relativo al periodo 2019-2024.
Sulla base dei dati contenuti, raccolti in compliance al decreto del 9 novembre 2015 del Ministero della Salute Funzioni di Organismo statale per la cannabis previsto dagli articoli 23 e 28 della convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, come modificata nel 1972 è possibile tracciare uno scenario sull’uso medico della cannabis.
Cannabis a uso medico: come vengono raccolti i dati sulle prescrizioni
L’impiego di cannabis a uso medico è stato legalizzato con il decreto ministeriale del 23 gennaio 2013, che ha aggiornato le tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope.
Lo strumento che, a più di 10 anni di distanza da tale disposizione, consente tale monitoraggio è una piattaforma informatica predisposta dall’ISS (nella foto il Presidente Rocco Bellantone) per la registrazione delle ricette di cannabis a uso medico da parte dei medici prescrittori.
Le informazioni raccolte dal Centro per la Valutazione Preclinica e Clinica dei Farmaci dell’istituto includono le caratteristiche degli utilizzatori (in accordo con la legge n. 94/98):
- Sesso;
- Età;
- Esigenze di trattamento;
- Diverse tipologie di medici prescrittori.
Sono, inoltre, raccolti i dati relativi a:
- Modalità di prescrizione delle preparazioni magistrali di Cannabis;
- Prodotti utilizzati;
- Posologia giornaliera;
- Durata del trattamento.
Cannabis a uso medico: i dati
Negli ultimi 5 anni sono state quasi 100.000 le prescrizioni magistrali di cannabis per uso medico, erogate complessivamente a 28.000 persone circa, in prevalenza donne (rapporto femmine/maschi pari a 2,3).
L’età media dei pazienti è di 60 anni: il 36% degli utilizzatori ha più di 65 anni, mentre il 9% è al d sotto dei 40.
Oltre il 60% delle prescrizioni fa riferimento a due prodotti, contenenti diverse percentuali di tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD). I dosaggi risentono di una forte variabilità.
Nell’80% dei casi, la cannabis medica viene utilizzata in associazione alla terapia tradizionale.
Cannabis medica: chi e quanti sono i prescrittori
I prescrittori sono per la maggior parte medici specialisti (anestesisti, terapisti del dolore, reumatologi, neurologi e oncologi), coerentemente con indicazioni e modalità di impiego previste dal decreto ministeriale del 9 novembre 2015. In totale, sono oltre 2.500.
Nel 78% delle prescrizioni, l’indicazione è il trattamento del dolore cronico, nel 20% l’analgesia in patologie con spasticità (come la sclerosi multipla), nel 2% delle prescrizioni la cannabis viene impiegata come anticinetosico, antiemetico e stimolante dell’appetito.