Ieri si è tenuta a Roma l’Assemblea annuale di Assogenerici, associazione di categoria dei produttori di farmaci equivalenti e biosimilari.

L’occasione ha fatto emergere riflessioni importanti riguardo la spesa farmaceutica in Italia e le modalità con le quali potrebbe essere contenuta e razionalizzata.

 

Medicinali generici o equivalenti: cosa sono

Per medicinale generico (o equivalente) si intende un farmaco che possiede uguale:

  • Principio attivo
  • Composizione quantitativa del principio attivo
  • Forma farmaceutica (supposte per supposte, sciroppo per sciroppo,…)
  • Concentrazione nel sangue dopo l’assorbimento

rispetto ad un farmaco di marca (definito originatore).

Nonostante la definizione garantisca l’equivalenza fra prodotto originatore e generico la reticenza del pubblico frena la sua capacità di penetrazione nel mercato. Nel 2015 i farmaci generici hanno rappresentato solo il 25% della spesa totale per i prodotti a brevetto scaduto.

Oggi il 95% dei farmaci venduti nelle farmacie ha brevetto scaduto e potrebbe pertanto essere venduto come generico, ma solo il 20% delle medicine acquistate appartiene a questa categoria.

 

Assogenerici e la comunicazione per favorire la diffusione dei generici

La diffidenza da parte dei consumatori ad acquistare medicinali equivalenti e, dall’altro lato, la centralità di questi prodotti rendono necessarie iniziative che abbiano lo scopo di educare la popolazione all’utilizzo di questa risorsa. Questo obiettivo sembra raggiungibile attraverso un potenziamento delle campagne di comunicazione.

Ma la reticenza delle persone non è l’unico punto a contrastare la diffusione dei generici.

Così come, per potere perseguire ideali di innovazione e modernità che garantiscano la soddisfazione di questi valori, è necessario seguire percorsi di sostenibilità e solidarietà. Ricordiamoci che mere teorie economiche non possono interpretare fino in fondo una questione, come quella farmaceutica, nella quale i coinvolgimenti umani sono complessi ed articolati.

Il progresso è nemico delle diseguaglianze, delle inefficienze e dell’individualismo.

Enrique Hausermann

 

Combattere le disuguaglianze

Ed è a proposito dell’annullamento delle diseguaglianze che Assogenerici chiede che venga introdotto un sistema di rimborsabilità in base al reddito.

Il maggiore ricorso a generici e biosimilari consentirebbe di gettare le basi perché gli ideali di cui sopra si possano realizzare, per diverse ragioni, fra cui:

  • Accesso ad una base più ampia di pazienti, soprattutto nel caso delle malattie croniche (diabete, ipertensione,…).
  • Razionalizzazione della spesa: a questo proposito, nel corso del suo intervento, Pierluigi Antonelli (Presidente di Medicines for Europe) sottolinea come il 56% dei farmaci dispensati in tutta Europa appartenga alla categoria dei generici e come essi incidano per solo il 22% della spesa farmaceutica.
  • Crescita economica, poiché si tratta di un settore che crea opportunità di lavoro.

Dal 2000, attraverso la vendita di equivalenti e biosimilari, l’Italia ha risparmiato 4 miliardi di euro. L’Europa addirittura 19. Date le cifre in gioco, molta è l’enfasi che viene posta sulla necessità di normative che impongano di convogliare il denaro risparmiato dallo Stato attraverso l’uso dei generici nei farmaci innovativi.

 

Il superamento del payback

In un’epoca segnata da risultati incredibili ottenuti nel settore scientifico e tecnologico, l’innovazione, in particolare nel settore farmaceutico, non può essere considerata un lusso.

Perché l’estensione dell’utilizzo dei generici si realizzi, tuttavia, è imprescindibile il superamento del sistema di payback attualmente vigente, ossia l’obbligo a carico della filiera di ripagare in caso di sforamento dei tetti.

Allo scopo di fornire al mercato dei medicinali equivalenti un potenziamento che dia ossigeno anche alle finanze dello Stato, appare quindi necessaria una nuova policy.