Sarà effettuato all’Ospedale San Raffaele di Milano il primo intervento italiano di impianto di un microchip per combattere la cecità nelle persone che soffrono di degenerazione retinica. Le patologie appartenenti a questa categoria sono principalmente la retinite pigmentosa e le distrofie corio-retiniche, malattie ereditarie, che, con decorso progressivo, conducono alla perdita dellla vista. Affliggono comunemente entrambi gli occhi. A tuttoggi non esistono terapie alternative.

La malattia si manifesta inizialmente attraverso un indebolimento della visione crepuscolare e poi con la riduzione del campo visivo, dapprima perifericamente e successivamente anche nella zona centrale, dando origine alla cosiddetta “vista a tunnel”.

Il San Raffaele è un centro di eccellenza nella scienza e nell’innovazione che noi di WELLNESS4GOOD conosciamo molto bene e di cui ci siamo occupati spesso, tessendone ben meritate lodi. Oggi vediamo questa importante struttura sanitaria impegnata in prima linea nel progetto di restituire la vista a chi l’ha persa attraverso l’impiego di un “occhio bionico”.

Il dispositivo che verrà impiantato si chiama “Alpha AMS” ed è prodotto dalla compagnia tedesca Retina Implant AG. L’obiettivo è quello di ripristinare la percezione delle forme degli oggetti e delle persone, senza l’ausilio di supporti esterni quali telecamere o occhiali: non è infatti possibile, per il paziente, riacquisire la capacità di vedere in maniera definita gli oggetti.

Si tratta del sistema di visione artificiale in assoluto più evoluto al mondo.

Le patologie cui deve porre rimedio colpiscono i fotorecettori, ossia cellule fotosensibili facenti parte della retina ed incaricate di inviare speciali messaggi al nervo ottico, che, a sua volta, li trasporta ad altre strutture nervose, fino alla corteccia visiva, nella regione occipitale, che li elabora. Rappresentano due categorie di cellule: coni (che processano principalmente i particolari delle immagini ed i colori) e bastoncelli (che percepiscono il contrasto fra il chiaro e lo scuro e supportano la visione di luci ed ombre). Si tratta di trasduttori di segnali luminosi in impulsi elettrici.

Alpha AMS è un microchip di silicio delle dimensioni pari a 3×3 mm, ha 70 µm di spessore, contiene 1500 pixels (sensori) e presenta una serie di componenti tutte biocompatibili. Inserito al di sotto della retina, nella medesima posizione dei fotorecettori, li sostituisce. In tal modo, il segnale può nuovamente percorrere il circuito nervoso che collega l”occhio al cervello.

Si tratta di un fotodiodo, che consente all’occhio di percepire i cosiddetti “fosfeni”, ossia fenomeni luminosi visivi attivati artificialmente.

Il progetto è stato finanziariamente sostenuto da Banca Mediolanum. Attualmente, si trova in fase di selezione. E’ infatti iniziata l’operazione di screening del gruppo di pazienti che si sottoporranno all’intervento sperimentale e che dovranno presentare requisiti ben precisi. Innanzitutto il loro circuito di collegamento nervoso fra occhio e cervello deve essere perfettamente integro: il microchip, infatti, sostituisce i fotorecettori, non le strutture nervose.

I candidati, inoltre, non devono avere subito traumi pregressi e, come anticipato sopra, devono avere perso la vista durante l’età adulta a causa di una patologia retinica di tipo degerativo. Nelle persone affette da queste malattie, anche dopo la perdita della vista, una significativa porzione di retina rimane inalterata, più precisamente l’area che pre-processa le informazioni. In sostanza, l’apparato visivo funziona, ciò che manca sono gli input di segnale.

Si tratta di un intervento pionieristico ed avveniristico, in seguito al quale il paziente deve imparare nuovamente a vedere con i propri occhi: una sfida impegnativa per l’equipe del dottor Marco Codenotti, responsabile della Chirurgia vitreo-retinica del San Raffaele.

Una nuova, complessa ma entusiasmante avventura nella direzione dell’integrazione dell’innovazione tecnologica nella comune pratica clinica.

Voi, cosa ne pensate? A che punto credete che siamo in questa sfida? Siete fiduciosi o perplessi?