Ha compiuto 60 anni il discorso passato alla storia come We choose to go to the Moon.

Un discorso che è stato pronunciato dal Presidente Kennedy a Houston, nello stadio della Rice University. Nello stesso Texas che gli sarà fatale poco più di un anno dopo.

Una fonte di forte ispirazione allora, ma ancor di più oggi.

Un esempio memorabile di public speaking efficace, che ho ascoltato e riascoltato, studiato e analizzato.

E al quale ho ripensato quando mi sono trovata a scrivere interventi in pubblico per me o per altri professionisti che operano nel mondo del pharma.

Non perché è facile, ma perché é difficile…

E’ interessante ripercorrerlo, dopo averlo ascoltato molte e molte volte, e studiato, e analizzato, nell’articolo scritto dall’astrofisica Patrizia Caraveo pubblicato su Il Sole 24 Ore e riproposto da Scienza In rete.

Mentre è globalmente famosa la prima parte della frase centrale, quella che ha dato il nome allo speech, ritengo che sia ancora più importante il suo prosieguo:

…non perché è facile, ma perché è difficile.

Kennedy guarda lontano, portando tutti, il pubblico presente così come tutte le persone che da quel momento in poi hanno visto il filmato dell’evento, con sé.

Il public speaking efficace motiva, infonde energia e coraggio.

Ma non dimentica il senso di responsabilità: l’obiettivo è elevato e utile.

Ispirare richiamando alla realtà: un punto centrale nel public speaking efficace

Kennedy non propone una sfida capricciosa finalizzata all’unico scopo di glorificare il proprio ideatore, ma:

  • Una scelta consapevole: “questa sfida è quella che noi siamo disposti ad accettare”
  • Della quale è nota l’urgenza: “che non siamo disposti a rimandare”
  • E per cui è necessario mettere in campo le risorse migliori: “e che vogliamo vincere”.

L’ispirazione che caratterizza i grandi discorsi non è mai rivolta verso sfide lontane o obiettivi distanti dalla vita quotidiana delle persone cui è diretta.

Ma unisce i mondi, comunica la necessità di partecipazione.

Perché il discorso sia efficace deve essere inclusivo

Un discorso riuscito si compone di esortazioni a gesta troppo grandi per essere immaginate nella dimensione individuale. Questo aspetto attribuirebbe infatti connotazioni poco inclusive alla comunicazione e farebbe decadere l’intento di coinvolgere tutti in un progetto di ampie dimensioni.

Al contrario, il discorso efficace porta l’audience in alto, la fa sentire capace di compiere azioni grandi, per il bene proprio e della collettività. Aspetti, questi ultimi, che nei grandi discorsi non vengono mai presentati come in contrapposizione. Il bene pubblico non può essere, per definizione, a svantaggio delle individualità.

Il public speaking efficace deve unire, non dividere.

Spingere a mettere a fattor comune le forze, non a creare sorgenti centrifughe dispersive.

Il public speaking aiuta a raggiungere obiettivi sfidanti in tutte le professioni

Non pensiamo che il public speaking sia cosa per pochi e che nella gran parte delle posizioni professionali non possa trovare applicazioni.

Sapere parlare in pubblico significa anche capire come interagire al meglio con i propri peers individuando i punti su cui fare leva per consolidare il lavoro in team.

Significa poter esporre valorizzandoli i risultati del proprio lavoro ad un capo esigente.

Significa avere degli strumenti a disposizione per presentare nella maniera migliore un curriculum che desti interesse.

Se vuoi saperne di più scrivimi all’indirizzo: info@wellness4good.eu

(Photo credits: NASA on the commons/Wikimedia commons)