Sei milioni di persone muoiono ogni anno per cause direttamente o meno collegabili al fumo da sigaretta: dobbiamo fare qualcosa.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) rende noto che il fumo da sigaretta è la prima causa di morte evitabile la mondo. Per ogni settimana di fumo, mediamente la vita di un tabagista si accorcia di un giorno. In Italia l’Istituto Superiore di Sanità monitora la situazione “fumo” (ecco il link al sito) e istituisce campagne di sensibilizzazione e informazione.

Non scarichiamoci la coscienza pensando che i nefasti proclami riguardino solo i fumatori accaniti: secondo gli studi più recenti anche una sola sigaretta al giorno aumenta il rischio di sviluppare una delle patologie di cui parleremo fra poco. La combustione del tabacco libera oltre 4.000 sostanze diverse, che entrano in contatto diretto con le nostre mucose e si disperdono nell’atmosfera. Sostanze tossiche, che agiscono come veleni sul nostro organismo.

Fra i composti principali il catrame, che contiene idrocarburi monociclici aromatici come il benzene (responsabile di molte leucemie) e anche alcuni policiclici. Questa categoria di sostanze induce mutazioni genetiche ed è riconosciuta come cancerogena.

Il fumo produce anche sostanze radioattive, come il Polonio 210, lo stesso conosciuto come arma utilizzata negli ambienti spionistici. Il polonio si deposita nei polmoni ed emette radiazioni che entrano subito a contatto con i tessuti respiratori e provocano mutazioni genetiche. In un anno chi fuma un pacchetto di sigarette al giorno ha il rischio di tumore di chi ha eseguito 25 radiografie del torace.

La sigaretta libera anche il temuto monossido di carbonio, l’inquinante che proviene dagli scarichi degli autoveicoli o dalle caldaie malfunzionanti, l’acetone (il solvente che usiamo per la rimozione dello smalto per unghie), l’ammoniaca e l’acido cianidrico (che distruggono le cellule cigliate della mucosa polmonare), la formaldeide e le nitrosammine.

L’arsenico che viene sviluppato rientra nella categoria dei  cancerogeni, perché interferisce con i meccanismo di riparazione del DNA. Così come il cadmio.

Ma la sostanza più conosciuta rimane la nicotina, che è anche responsabile della dipendenza.

La miscela di tutte le sostanze citate ha un effetto più nocivo rispetto alla somma delle singole componenti, a causa dell’effetto sinergico negativo che i singoli composti esercitano. I loro effetti sono maggiori quanto minore è l’età dei soggetti esposti. Per intenderci, sui bambini i danni sono più gravi. Nei neonati aumenta anche il rischio della cosiddetta “morte in culla”, la SIDS.

Fra le malattie più idealmente correlabili agli effetti delle sigarette, sicuramente trovano spazio i tumori. Ma, benché si tratti comunque di conseguenze di una certa portata, la questione non si esaurisce nel settore oncologico. In ogni caso, il 90-95% di tutti i tumori del polmone è associato al fumo. Le altre forme di cancro colpiscono la vescica, il fegato, la laringe, l’esofago, il pancreas ed il seno. Collegate al tabacco anche alcune leucemie.

Più in generale, l’apparato respiratorio risulta, come facilmente prevedibile, il più colpito dal fumo. All’inizio i disturbi più frequenti sono le bronchiti acute, che, tuttavia, con il tempo, si ripetono e tendono a cronicizzare. Fra l’80 e l’85% delle bronchiti croniche e degli enfisemi è causato dalla sigaretta. L’enfisema polmonare è un’evenienza patologica grave che si manifesta con l’abnorme dilatazione degli alveoli polmonari, che procede fino al loro sfiancamento. Il polmone perde la propria architettura e, con essa, la capacità respiratoria.

Coloro che soffrono di asma subiscono un aumento nella frequenza degli attacchi e della loro gravità. Si manifestano infezioni respiratorie ricorrenti, che nei bambini esposti a fumo passivo sono ad esempio rinofaringiti con otiti purulente.

Notevoli anche i dati sulle malattie cardiovascolari. Il fumo risulta essere la principale causa di morte per malattie coronariche, sia negli uomini che nelle donne, causando il 20-25% degli incidenti cardiovascolari. La combustione del tabacco danneggia le cellule endoteliali delle coronarie (le piccole arterie che nutrono il cuore), favorendo la formazione delle placche ateromatose e quindi il restringimento del loro calibro. Questo aumenta il rischio che si ostruiscano, causando fenomeni di ischemia (ridotto afflusso di sangue e quindi di ossigeno) e, nei casi più gravi, di infarto. Inoltre, la nicotina stimola una componente del sistema nervoso periferico (adrenergica) che promuove la contrazione dei vasi sanguigni, contribuendo ad ostacolare il passaggio del sangue verso il cuore.

La parete dell’aorta, la più grande arteria del nostro corpo, può dilatarsi in maniera anomala a causa di fattori genetici o fattori di rischio quali l’ipertensione (aneurisma aortico). Il suo sfiancamento genera anomalie nel flusso di sangue (vortici), che sottopongono a sollecitazioni patologiche la già fragile parete. In caso di rottura le conseguenze sono facilmente immaginabili, nella loro gravità. I decessi per rottura di aneurisma aortico sono 6 volte maggiori per i fumatori.

Il rischio di ictus aumenta fino a quattro volte rispetto ai non fumatori. Per quanto riguarda l’ambito neurologico, i composti liberati dalla combustione del tabacco, riducendo l’irrorazione del tessuto nervoso, aumentano il rischio di demenza e di disturbi mentali.

Gli effetti negativi del fumo sono coinvolti anche nella genesi di disturbi che non mettono a rischio la vita, ma che ne riducono comunque la qualità.

La vita sessuale dei fumatori è messa a repentaglio da molteplici fattori. Negli uomini fra i 40 ed i 70 anni il rischio di impotenza aumenta per una percentuale che varia fra il 5 ed il 15%. L’aterosclerosi generata dal fumo e la vasocostrizione legata, in particolare, alla nicotina, riducono il passaggio del sangue (esattamente come avviene a livello delle coronarie), riducendo in maniera diretta la capacità erettile. Inoltre, la riduzione del numero degli spermatozoi e della loro motilità va a danno della fertilità.

Nelle donne il fumo causa l’anticipo della menopausa e aumenta il rischio di aborto. Fumare durante la gravidanza causa ritardo nella crescita del feto, nel suo sviluppo mentale e polmonare. La sigaretta riduce la densità dell’osso ed è un fattore riconosciuto di rischio di osteoporosi.

Le ripercussioni sul cavo orale possono essere lievi, come l’alitosi o l’ingiallimento dello smalto dei denti. Ma possono assumere caratteristiche decisamente più preoccupanti. La riduzione nell’apporto di ossigeno ai tessuti di sostegno dei denti indebolisce le difese nei confronti dei batteri che formano la placca, aprendo la strada alla parodontosi, che ne causa la caduta. Per le stesse ragioni gli impianti dentali hanno minore successo. Un’importante conseguenza del fumo è l’aumento dell’incidenza dei tumori del cavo orale, in particolare di quello della laringe. Gli effetti sulla fonazione causano la raucedine.

Spiacevoli anche le conseguenze sulla pelle. Il fumo induce un invecchiamento precoce delle cellule del derma, accelerando i fenomeni legati all’invecchiamento e quindi la comparsa delle rughe.

Sappiamo ormai da anni che anche il fumo passivo è responsabile di un aumento del rischio di tumore del polmone e malattie cardiovascolari.

Per un certo periodo la sigaretta elettronica è sembrata una soluzione alternativa in grado di traghettare il fumatore al di fuori dello stato di dipendenza, perché dà la stessa sensazione del fumo tradizionale con meno danni per la salute. Tuttavia, a questo riguardo, il mondo scientifico è diviso. La recente acquisizione sul possibile sviluppo di formaldeide (attraverso il link potrete leggere lo studio di NEJM) in quantità superiore al tabacco, e quindi sull’aumento del rischio di tumore, ha ulteriormente complicato le cose.

L’indicazione generale, fatta propria anche da OMS, è che i singoli Stati aumentino la tassazione sulle sigarette, in modo che i prezzi si alzino e che il fumo sia scoraggiato.