Musicoterapia: sulla base di un perfetto mix fra scienza, innovazione ed emotività, la dimostrazione che la musica aiuta a stare bene.
Il 3 Novembre, puntuale, CALL4BRAIN, evento promosso da FightTheStroke e che ha portato a Milano il TEDMED live in esclusiva, è stato denso di interventi interessanti. Ma, soprattutto, mi sento di scrivere che è stato, come sempre, promotore di riflessioni di grande valore.
MUSICOTERAPIA E DISABILITA’
Grande valore emotivo nella presentazione dei bambini che hanno utilizzato MirrorAble, la piattaforma ideata e sviluppata dal team di Francesca Fedeli e Roberto D’Angelo. Francesca e Roberto hanno fondato FightTheStroke, associazione che offre supporto ai bambini sopravvissuti all’ictus.
MirrorAble è il dispositivo per la riabilitazione dei piccoli pazienti attraverso l’imitazione dei movimenti effettuati da loro coetanei. E sul valore scientifico e tecnologico di questo strumento non ci sono dubbi.
All’ingresso dei ragazzini nell’aula del Politecnico di Milano all’interno della quale la manifestazione si stava svolgendo, è stata netta una sensazione.
Esiste, ed è chiaro, il momento in cui innovazione smette di essere un termine (anche piuttosto inflazionato, se vogliamo). Acquisisce le materiche sembianze di un device e si inserisce virtuosamente nella vita di piccoli pazienti già sintonizzati.
Il preciso istante in cui i risultati della ricerca arrivano a chi ne ha bisogno ha sempre un che di magico.
MUSICOTERAPIA: ARTE DELLA COMUNICAZIONE
Il CALL4BRAIN ha avuto molti aspetti suggestivi. Parlare di musica, ascoltarla, guardarla uscire da uno strumento, dalle mani di un musicista. Tutto questo nell’ambito di un grande brainstorming sulle neuroscienze: in effetti, più di un aspetto è prodigioso.
La musica ci fa stare meglio, cura. Addirittura salva la vita. Qualche giorno fa, per comunicare meglio questo concetto, ho deciso di pubblicare nei miei canali social dei post con spiccato riferimento musicale.
Raccontano come l’American Heart Association abbia a cuore (è proprio il caso di dirlo) la musica. La celebre canzone Stayin’ Alive dei Bee Gees è stata riconosciuta come il metronomo perfetto per la rianimazione cardiopolmonare.
Oggi parlo di come la musica aiuta le persone a riprendersi una parte di sé dopo essere sopravvissute ad un evento che ha causato un danno al cervello.
Uno studio pubblicato qualche mese fa su Brain and Cognition ha fornito le prove scientifiche della validità della musicoterapia per la riabilitazione motoria. I bambini disabili che ascoltano musica durante la riabilitazione, ne traggono più benefici.
LA MUSICA CI FA MUOVERE
Ci ricorda Katie Overy, dell’Università di Edimburgh, coordinatrice della ricerca:
La musica incoraggia le persone a muoversi. Questo studio fornisce le evidenze sperimentali a supporto
La riattivazione delle aree cerebrali si basa sul concetto di plasticità sinaptica. Il cervello è capace di modificarsi in conseguenza di stimoli esterni.
Se l’esecuzione di movimenti durante la riabilitazione viene associata all’ascolto di battute musicali, la materia bianca del cervello va incontro a modificazioni strutturali.
Il cervello si rimodella nella costruzione di nuove connessioni.
MUSICOTERAPIA: COSA ASCOLTARE?
Quali musiche sono efficaci per la musicoterapia?
Ne parla (e ne suona) in maniera estremamente chiara Saturnino (Celani è un optional, data la popolarità del suo nome di battesimo). Ospite d’eccezione della manifestazione, spiega anche come i toni bassi siano quelli più indicati per accompagnare le fasi della riabilitazione motoria.
Imparare ascoltando musica cambia la struttura del cervello, aumentando le interconnessioni al suo interno.
Già uno studio effettuato nel 2015 dal Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano Bicocca in collaborazione con l’Istituto Auxologico Italiano-IRCCS aveva dimostrato un aspetto importante. La riproduzione dei suoni della scala musicale in pazienti reduci da ictus (musicoterapia neurologica) migliora significativamente la loro capacità di esplorazione dello spazio.
MUSICA E NEUROPLASTICITA’: IL PARERE DELL’ESPERTO
Il tema della connessione fra musica e neuroplasticità è al centro dell’intervento di Arturo Nuara, specialista in Neurofisiopatologia presso il CNR Neuroscienze di Parma. Sentito da WELLNESS4GOOD su questo argomento complesso e oggi molto attuale, il dottor Nuara spiega che
L’esperienza musicale, favorendo l’integrazione fra i sistemi sensoriale e motorio e il potenziamento delle capacità linguistiche e della memoria, permette di ampliare notevolmente i risultati benefici dei tradizionali protocolli neuroriabilitativi.
Gli stimoli provenienti dall’ambiente circostante sono tanto più efficaci nel rimodellamento delle connessioni quanto più giovane è l’età dei pazienti. Questo è il principio su cui si basa MirrorAble, la piattaforma attraverso la quale i bambini imparano i movimenti osservando altri bimbi nell’atto di compierli.
In questo framework, la musica rappresenta un fattore di stimolo delle interconnessioni nervose, anche fra livelli diversi (emotivo, cognitivo, sensoriale). Afferma Nuara:
L’esperienza musicale diventa un catalizzatore dei processi di apprendimento ed un veicolo per apprendere nuove competenze.
MUSICA, APPRENDIMENTO ED IMITAZIONE
Principi da cui attingono a piene mani le altre guest stars di questa edizione del CALL4BRAIN, Laura ed Elena Gorna, protagoniste del gran finale sulle note dei rispettivi strumenti, il violino e l’ arpa. Entrambe insegnano musica ai ragazzi, trasmettono la loro passione. E sono ben coscienti del fatto che anche l’apprendimento musicale per imitazione gode di una solida giustificazione scientifica.
(Post aggiornato il 12 febbraio 2018)