Tutto il Paese deve sostenere Milano su Ema, enorme opportunità che può farci compiere il salto di qualità del quale abbiamo davvero bisogno.
Dopo il voto referendario britannico che ha sancito la volontà popolare di uscire dall’Unione Europea si è aperta una fase di riflessione in vista della progettazione di un nuovo assetto industriale e regolatorio.
Una delle strutture che dovranno lasciare Londra nel caso in cui il voto popolare sia seguito dalla firma dell’articolo 50 è l’agenzia europea del farmaco, Ema (European Medicines Agency).
La candidatura ufficiale di Milano a nuova sede di Ema è giunta a settembre, fiorita quasi spontaneamente tenuto conto della posizione della città, e della Regione nella quale si trova, nell’ambito del comparto farmaceutico.
E’ nata a seguito dell’istituzione di un tavolo tecnico cui hanno lavorato gli stessi esperti che si sono già occupati con successo del trasferimento della sede di un’altra istituzione regolatoria in Italia, EFSA.
Ed è stata suggellata dal Patto per Milano, firmato a settembre dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal sindaco Beppe Sala. In quell’occasione Matteo Renzi affidava a Milano un compito di grande responsabilità, quello di accompagnare il Paese nella direzione della crescita.
Un impegno che Sala è consapevole di poter gestire con successo. Del resto le sue parole la dicono lunga sulla centralità di Milano e della Lombardia nel comparto pharma e life sciences: “…eccellenza in campo internazionale con oltre 22.000 addetti, 300 imprese, 8 miliardi di export, che rappresenta oltre il 38% del sistema Italia”.
La Lombardia è la prima regione italiana nel settore farmaceutico e biotech ed è anche la prima negli investimenti in ricerca e sviluppo, con 400 milioni. La posizione di Ema a Milano potrebbe trarre notevole vantaggio anche dalla presenza di una network degli IRCCS (gli istituti di ricerca e cura a carattere sperimentale) e delle università. In accordo con la costituzione di un polo di ricerca unitario le facoltà scientifiche dell’Università Statale verranno infatti trasferite nell’area ex-Expo, garantendo anche la razionalizzazione sotto il profilo logistico.
La decisione riguardo la nuova sede dell’agenzia spetta agli Stati membri, che dovranno valutare numerosi parametri. Non solo considerazioni di tipo politico, ma anche territoriali, come la capienza delle strutture alberghiere, l’efficienza dei trasporti pubblici, il livello di sicurezza e i collegamenti aerei con le altre capitali europee.
Il fatto che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) abbia sede a Parma è un aspetto importante. A questo proposito, l’obiettivo ambizioso, diretta conseguenza logica del riassetto globale, è l’inglobamento di EFSA da parte di Ema, per la costituzione di una sorta di FDA europea, un’agenzia che supervisioni la sicurezza alimentare, farmaceutica e biotecnologica.
D’altra parte, si tratta, come sottolineato dal DG dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) all’epoca della candidatura Luca Pani (ora in Ema) di “una grande operazione dal punto di vista culturale e scientifico, che avrebbe anche significativi ritorni economici per il nostro Paese, in relazione all’indotto che determinerebbe”. Ema ha 1.000 dipendenti, attira 56.000 presenze, paga 65.000 pernottamenti in albergo e 60.000 voli aerei all’anno e attrae nuove sedi di aziende farmaceutiche.
Lo stesso Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha definito lo spostamento dell’Agenzia del Farmaco a Milano una “grande opportunità culturale ed economica”.
L’obiettivo finale è quello di fare di Milano e della Lombardia un hub europeo di ricerca e innovazione, che costituisca un riferimento mondiale. In quest’ottica gli step intermedi punteranno anche allo spostamento sul territorio lombardo di altre istituzioni, quali l’Autorità Bancaria Europea e la sezione della corte di prima istanza del Tribunale unificato dei Brevetti. Oltre alla già citata Autorità omologa di FDA. E’ anche prevista l’istituzione di una free tax area nella zona ex-Expo, in corrispondenza del punto in cui sorgerà il polo d’attrazione della ricerca mondiale, Human Technopole.
Il direttore generale di AIFA Mario Melazzini evidenzia l’assoluta legittimità della candidatura dell’Italia, che “ha tutte le carte in regola dal punto di vista infrastrutturale, strategico ed operativo”.
Entro il 2019 dobbiamo essere pronti. Da qui a quella data ci aspetta un percorso impegnativo ma entusiasmante, costellato di sfide che possiamo vivere come occasioni di crescita e sviluppo, di abbandono di un atteggiamento passivo nella contemplazione delle nostre potenzialità. E’ il momento di assumersi responsabilità vere e definite, di “imbracciar l’armi contro un mar di triboli e, affrontandoli, vincere la partita”. Lo so, non dovrei citare Shakespeare, che, da buon britannico, commenterebbe con controllato sdegno la mia italica espressione di entusiasmo. Ma il passaggio dell’Amleto mi pareva rappresentativo delle difficoltà che ci attendono.
Difficoltà che possiamo superare solamente uniti, come sistema Paese, recuperando un’identità sbiadita. Tutta l’Italia deve sostenere Milano in questa grande, enorme opportunità, che può far compiere al Paese il salto di qualità del quale ha davvero bisogno.
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