La possibilità di curare la malattia psichiatrica ripristinando il microbiota è una speranza ambiziosa su cui molti studiosi stanno lavorando.

I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche che trasportano il segnale da un neurone all’altro: sono i messaggi di una grande rete di telecomunicazioni costituita dal sistema nervoso.

Un sottogruppo di queste molecole è presente nel nostro corpo sottoforma di gas. Si chiamano gas trasmettitori e i più comuni sono l’idrogeno solfuro (H2S), l’ammoniaca (NH3), l’ossido di azoto (NO).

I gas trasmettitori sono fra le molecole più piccole attive nel nostro organismo, ma sono estremamente potenti. Nonostante la loro esigua dimensione molecolare, possono scatenare effetti molto importanti, con ripercussioni su tutto il corpo. E la mente.

Il microbiota è l’insieme di microorganismi che popolano il sistema digestivo senza danneggiarlo. Non comprende, ovviamente, i batteri patogeni.

Ha un ruolo specifico nella digestione, nella difesa immunitaria e nella trasmissione del segnale nervoso.

I batteri che lo compongono producono anch’essi gas trasmettitori, che agiscono attraverso gli meccanismi dei mediatori sintetizzati dal nostro corpo: in pratica, l’organismo non fa differenza fra trasmettitori propri e derivanti dal microbiota.

La percentuale di ogni singolo trasmettitore dipende essenzialmente dall’alimentazione che seguiamo. Dall’apparato digerente i gas vengono assorbiti nel sangue attraverso i forellini presenti nella parete dei più piccoli capillari in cui si sfioccano le arterie e, alla fine, eliminati dall’organismo attraverso gli alveoli polmonari, nella fase di espirazione.

L’ossido di azoto NO svolge un ruolo duplice all’interno dell’ambiente digestivo, essenziale al mantenimento dell’equilibrio. Da un lato ha funzioni vantaggiose per la fisiologia del corpo, dall’altro ha effetti potenzialmente dannosi, essendo uno dei composti coinvolti nella genesi dell’infiammazione. Qualche ricerca sta tentando di dimostrare che la  presenza di NO nel respiro (breath test) può essere usata per la diagnosi delle patologie infiammatorie intestinali. Tuttavia al momento non ci sono conferme.

L’ossido di azoto viene utilizzato anche come fonte di energia da una categoria di batteri comunemente ospitati nel nostro intestino, Escherichia coli. Pertanto, la sua presenza in eccesso, può addirittura favorire l’iperproliferazione di tale batterio, che, quando aumenta la sua presenza, può diventare patogeno e causare infezioni.

Nell’ambito del sistema nervoso NO svolge funzioni cognitive e connesse all’apprendimento.

Anche il solfuro di idrogeno H2S ha un ruolo nel mantenimento dell’equilibrio del sistema nervoso: è un neuroprotettore. Quando scarseggia si possono avere conseguenze quali l’epilessia ed un certo numero di disordini psichiatrici.

Esiste una corsia preferenziale fra intestino e cervello. L’asse cervello-intestino è il trait d’union bidirezionale che collega il sistema nervoso centrale a quello intestinale, legati fra loro da un’origine embrionale comune. È un sistema di comunicazione diretto che agisce anche attraverso percorsi alternativi, ad esempio quello immunitario, con la produzione di sostanze che hanno un ruolo nell’infiammazione.

La quantità e l’attivita’ dei gas trasmettitori dipendono dalla supervisione concertata del sistema nervoso, del sistema immunitario e del microbiota. Quando sentite parlare di disbiosi, sappiate che ci si riferisce proprio all’alterazione della composizione dei microorganismi che lo compongono. La disbiosi può essere causata da patologie specifiche, da un abbassamento delle difese immunitarie o dall’utilizzo improprio degli antibiotici, che, insieme ai batteri patogeni, distruggono anche la cosiddetta flora “amica”. Ricordiamo che è la diversificazione del mix ad aumentare la performance.

Vista la stretta correlazione esistente fra intestino e sistema nervoso centrale, che si realizza, in gran parte, attraverso i gas trasmettitori, è anche possibile che alcune malattie mentali abbiano origine da disbiosi, o che, almeno, possano ricevere beneficio dalla somministrazione del cocktail corretto di microorganismi, che ripristini la composizione fisiologica. L’associazione fra alterazione del microbiota e disturbi psichici è evidente se pensiamo che alcune disbiosi possono causare un aumento dei livelli di cortisolo e quindi stress e malesseri psicologici.

Le disbiosi possono avere conseguenze gravissime. L’eccesso di ammoniaca derivante da una condizione di questo tipo ha effetti devastanti sul cervello. L’encefalopatia epatica è un quadro patologico drammatico che spesso accompagna la cirrosi e deriva da una grave disbiosi.

La possibilità di intervenire farmacologicamente sulla patologia psichiatrica attraverso il ripristino del microbiota è una speranza ambiziosa su cui stanno lavorando molti think tank della medicina. Un po’ come avviene già oggi con i probiotici, che stimolano la sintesi di NO da parte delle cellule del nostro corpo, ma in maniera più efficace, mirata e standardizzabile.

Il neologismo “psicobiotici” è stato coniato alla luce di queste riflessioni per definire i ceppi probiotici usati come integratori alimentari per migliorare le funzioni nervose e comportamentali.

E’ stupefacente cogliere la fitta rete di messaggistica attraverso cui comunicano i vari distretti del nostro corpo: concentrarsi sulla sua comprensione potrà contribuire ad elaborare soluzioni per molte patologie.