Ospitato nella cornice moderna dell’Università Vita e Salute dell’Istituto San Raffaele di Milano, il meeting “Le Eccellenze Italiane nella Ricerca” organizzato dal gruppo Mondadori nell’ambito dell’iniziativa “Panorama d’Italia” (celebrativa dei talenti della nostra terra) si preannuncia estremamente interessante, per il taglio innovativo e multidisciplinare che manifesta da subito.
Il giovanissimo Presidente del Gruppo Ospedaliero San Donato, del quale fa parte il San Raffaele, apre ricordando un superbo esempio di affermazione mondiale della ricerca italiana: Strimvelis, la prima terapia genica per una malattia genetica mortale, ADA-scid. Farmaco progettato, sviluppato e portato direttamente ai piccoli pazienti proprio dall’istituto milanese, in collaborazione con la multinazionale farmaceutica GSK.
Si va dritti al sodo, quindi, alle eccellenze vere, quelle che non si “limitano” alla ricerca, ma arrivano al letto del malato, attraverso l’attuazione di tutte le procedure della medicina traslazionale.
Funzionali a questa strategia sono le reti degli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), che riuniscono le migliori competenze e agevolano la circolazione delle informazioni. Ne tessono le meritate lodi sia l’Assessore all’Università, Ricerca e Open Innovation della Regione Lombardia Luca Del Gobbo che il Direttore Generale del Ministero della Salute Giovanni Leonardi. Con i suoi 18 su 49 IRCCS totali presenti sul territorio italiano, la Lombardia rappresenta un sistema di ricerca ed innovazione unico, un framework ad alto tasso di trasferimento tecnologico, valido come modello da estendere a tutto il Paese.
Ma i successi di oggi non sono altro che il risultato degli investimenti efficaci ed efficienti del passato: l’Assessore alla Sanità Giulio Gallera ricorda che anni fa la Lombardia puntò (mostrando lungimiranza) sull’innovazione, ma anche sul privato e, attraverso la logica dell’accreditamento, creò una sinergia vincente fra questo ed il pubblico, che ha incrementato la competitività, a vantaggio della qualità.
E poi gli Accordi per la Ricerca e l’Innovazione, l’Accordo per la Competitività, 350 milioni da investire in ricerca ed innovazione e l’importante l’accordo con l’Università Milano Bicocca per la gestione dei Big Data, perché siano resi disponibili a tutti (imprese, centri di ricerca, altre università), diventando in tal modo Open Data e favorendo il trasferimento tecnologico.
Il modello vincente della Lombardia può e deve estendersi a tutta l’Italia. Nel Paese abbiamo 200 imprese farmaceutiche, che vantano 6.100 addetti alla ricerca, per 2,4 miliardi di investimenti all’anno in ricerca e sviluppo ed un export che ha ormai assunto dimensioni di rilievo. Siamo secondi in Europa nella produzione farmaceutica.
Questi dati, snocciolati con soddisfazione dal Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, ci dicono chiaramente che oltre ad essere hub produttivo possiamo diventare hub della ricerca. Sono in arrivo 7.000 nuovi farmaci, di cui 300 nel biotech, e già disponiamo di criteri di terapia che rientrano nella logica della medicina personalizzata.
Infine i due ambiziosi obiettivi di Human Technopole e il trasferimento dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) a Milano, per il quale la città ha presentato candidatura ufficiale. Traguardi per il raggiungimento dei quali gli enti locali stanno lavorando a stretto contatto con il Ministero della Salute.
Ma tutti questi progetti pongono il problema della sostenibilità. Come reggere il carico della spesa farmaceutica ormai alle stelle?
Un valido esempio di quanto l’espressione “innovazione sostenibile” possa ricordare un ossimoro è costituito dalla molecola di cui si parlava in apertura, Strimvelis, 500.000 euro a trattamento (più la spesa della degenza in ospedale, che deve essere almeno di 60 giorni), offerto gratuitamente dal SSN. I pazienti sono pochi (fortunatamente si tratta di una malattia rara), ma anche così le cifre restano proibitive.
E’ chiaro quindi che l’obiettivo di contenimento dei costi non è secondario, ma funzionale all’attuazione stessa dei progetti da realizzare e pare che, al momento, la strategia sia quella di ottimizzare la ripartizione delle risorse, spostandole verso i settori oggi prioritari (la farmaceutica ed alcune modalità di cura).