Volevo un blog che si occupasse di Benessere, di WELLNESS quello vero, nella sua forma più piena (FOR GOOD, appunto), fatta di infiniti stati di equilibrio.

Quando due anni fa progettavo questo blog, mi sono concessa la libertà di immaginarlo con forme ed aspetti molto diversi fra loro. Ho voluto, insomma, esplorare tutte le possibili alternative, per cercare di capire quale fosse la migliore.

Volevo che esprimesse esattamente il mio concetto di Benessere, che diventasse una realtà conforme ai miei principi. Che fosse fatto di Scienza, di quella fiera eppure dubitante, coraggiosa e cosciente delle proprie incertezze, dei propri limiti.

Inizialmente ciò che mi preoccupava di più aveva più a che fare con la grafica che con i contenuti, la cui linea rossa era già tutta nella mia mente. Dal punto di vista estetico mi pareva di navigare in un oceano di scelte tutte ugualmente soddisfacenti e tutte altrettanto poco in linea con la mia idea originaria. Ma, gradualmente, piano piano, ogni cosa è andata a suo posto. Compresi i widgets, cosa che inizialmente mi pareva impossibile! D’altra parte, non ho mai avuto l’ambizione che si trattasse di un progetto definitivo nella sua forma di allora. Il miglioramento continuo, l’evoluzione verso standard sempre migliori, sempre più elevati, sono parte integrante di tutte le iniziative importanti.

Volevo creare un blog che si occupasse di benessere, di WELLNESS quello vero, nella sua forma più piena (FOR GOOD, appunto), cioè quello che si riferisce all’organismo nella sua integrità, che fa riferimento alla Scienza delle evidenze e del valore, che trae vantaggio dalle sue acquisizioni ma che non disdegna di valorizzare la sua dimensione più impalpabile, fatta di pensieri e stati d’animo.

Fino ad allora non mi ero mai fermata a pensare a cosa fosse per me il Benessere e a come definirlo. Sappiamo riconoscere di sentirci bene, capire quando il malessere si impadronisce di noi, cosa ci fa sentire al settimo cielo e cosa, invece, ci causa dolore e sofferenza. Ma definire cosa sia il Benessere è tutta un’altra faccenda.

Così mi sono sforzata di cercare ispirazione da definizioni formulate da menti autorevoli. Naturalmente ne ho trovate molte, alcune davvero geniali. Ma la questione rilevante è stata che le migliori avevano un punto condiviso trasversalmente: il Benessere non può prescindere da una qualsiasi forma di segregazione fra corpo e mente. Perché la persona possa stare bene, è necessario che queste due entità viaggino unite, intrecciate, intersecandosi, talora fondendosi, fino all’impossibilità di essere fra loro distinte chiaramente, nei tratti in cui si realizza la fusione totale, privilegio degli individui con spiccate caratteristiche ascetiche.

Si è finalmente compresa l’entità dell’impatto dello stato d’animo, delle condizioni psicologiche, dell’emotività sulle capacità di recupero del paziente. Si è capito che anche il trattamento più innovativo ed efficace perde potenza se il malato non partecipa attivamente alla terapia, se non ci crede, se la vive come un’imposizione che lo relega in un atteggiamento di passività.

Altra certezza della prima ora: niente pozioni miracolose, farneticanti proclami, testimonianze ambigue. Vista la mia impostazione intrinsecamente galileiana, l’idea di prestare attenzione a proposte che non aderiscano ai protocolli di sperimentazione universalmente accettati dalla comunità scientifica mi inorridisce.

E’ stato allora che ho iniziato a bloggare. In equilibrio, naturalmente!

 

Il Benessere è lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale, spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società

Organizzazione Mondiale della Sanità