Raccontare dell’allattamento materno valorizza una risorsa già pregiata e aiuta le donne che affrontano questa esperienza in solitudine o insicurezza .

Le mamme che hanno avuto la fortuna di allattare i propri cuccioli raccontano degli splendidi ricordi di quel periodo. I loro sguardi incrociati con quelli dei loro piccoli, il loro faccino arrossato per lo sforzo della poppata e poi rilassato e soddisfatto, le tenere manine sulla mamma.

Durante la gravidanza loro stanno dentro la mamma, che li sente diventare sempre più grandi, muoversi, scalciare. È un’unione indissolubile, che genera la sensazione di adempiere ad un progetto universale e totalizzante, che va oltre la propria persona.

Poi arriva il momento del parto. Significativamente, evoluzionisticamente traumatico. Non puoi staccarti da tuo figlio, che hai portato in grembo per nove mesi, senza vivere coscientemente e fisicamente una lacerazione.

E’ l’inizio di una vita da individuo distinto, anche se ancora dipendente.

La maternità, indipendentemente dalle ambizioni di carriera, dalle scelte di vita, dalla gerarchia di valori della donna, resta una delle esperienze più formative e profondamente soddisfacenti. Diventare mamma è un evento che ti cambia. Niente è più come prima. Avverti la sensazione che la tua vita è come divisa in due: prima e dopo essere diventata madre.

L’allattamento materno è parte integrante di questo idillio. Forse una delle componenti più significative e profonde. E’ un’espressione d’amore e generosità: penso che dare nutrimento e protezione al proprio figlio appena nato sia una sintesi perfetta della figura materna. È una dolce transizione verso la vita autonoma dei figli. Dipendono ancora da te in maniera incisiva (per il nutrimento, e, quindi, in senso lato, per la vita), ma il loro corpo è distinto dal tuo. Si stanno  preparando per la vita indipendente, come individui separati. E tu con loro.

Quei momenti in cui ti siedi e li tieni attaccati a te, anche in mezzo alla confusione della vita  familiare che via via prende forma nel caos dei nuovi e ancora provvisori equilibri, sono  magici. Anche nella stanchezza e nel sonno arretrato.

Tuttavia, senza togliere nulla alla magia dell’aspetto emotivo, anzi valorizzandolo, ci tengo a ricordare che l’allattamento al seno non rappresenta un vantaggio esclusivamente  relazionale.

Fornisce ai neonati gli anticorpi necessari a combattere le infezioni più frequenti per i bambini di quell’età: quelle dell’apparato respiratorio, dell’intestino (che provocano diarrea) e le otiti. Statisticamente i bambini allattati al seno hanno minore necessità di visite mediche e ospedalizzazione.

Fino ai sei mesi compiuti il latte della mamma è un alimento perfetto: contiene tutti i principi nutritivi di cui il neonato ha bisogno per crescere sano, combinati nella maniera più equilibrata, è pratico, gratis e sempre disponibile.

Fra i bambini allattati al seno c’è una minore incidenza di casi di “morte in culla” (SIDS). E una protezione accertata nei confronti dell’asma e delle allergie. Inoltre, avere preso per un intervallo di tempo sufficientemente lungo il latte materno, riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in età adulta e l’obesità.

Il piccolo non è il solo ad usufruire dei benefici dell’allattamento al seno. E’ provato che anche le mamme godono di numerosi benefit. Allattare il proprio figlio fa sentire bene, da tanti punti di vista!

Le donne che scelgono di allattare hanno un assetto metabolico migliore rispetto a quelle che rinunciano. Hanno un minore rischio di sviluppare il diabete, l’osteoporosi, alcune forme tumorali (come quella della mammella ed il cancro dell’ovaio) e le patologie cardiovascolari.

Nel periodo immediatamente successivo al parto la suzione provoca la liberazione di ossitocina, ormone che aumenta la sensazione di benessere della mamma e che contribuisce alla vasocostrizione dell’utero, fattore fondamentale per scongiurare il rischio di emorragie post-partum.

Mi piacerebbe, dopo avere tessuto le lodi della maternità e dell’allattamento, parlare anche delle ansie e delle preoccupazioni che talora queste esperienze di vita generano in noi donne. Le donne della mia generazione e quelle ancora più giovani, sono nate in un’epoca in cui la modernità e la tecnologia hanno reso artificiose anche le esperienze più naturali. Per contro, l’esigenza di un riavvicinamento alla natura si fa sentire. E’ proprio grazie a questa necessità che oggi si avverte una maggiore sensibilità nei confronti dei fenomeni che fanno parte del ciclo della vita.

Nonostante tutto, oggi non esistono più i contesti di vita di un tempo. Nelle epoche passate le famiglie erano allargate e le neomamme condividevano con mamme, zie, nonne e anche vicine di casa le preoccupazioni e gli interrogativi della maternità, a cominciare dalla gravidanza e dalla preparazione al parto.

Oggi siamo sole. Le famiglie vivono una realtà individualistica, molto spesso anche rispetto ai propri stessi genitori. E noi continuiamo ad avere bisogno di essere sostenute e incoraggiate. Non dobbiamo sentirci deboli perchè chiediamo consigli ed opinioni, temere di lasciare intravedere le nostre debolezze: anzi, questa è una dimostrazione di intelligenza. Le donne l’hanno sempre fatto ed è anche grazie a questa capacità di interazione positiva e proficua con le loro omologhe più grandi che sono cresciute e hanno acquisito indipendenza.

Per questo, vi dico che non dovete esitare. Se avete necessità di un consiglio, del parere di un esperto, di una frase di supporto, chiedete a chiunque pensate vi possa aiutare.

E non scoraggiatevi se notate che il vostro corpo fatica a riacquisire i connotati che aveva prima della gravidanza. E’ perfettamente normale. L’allattamento può ritardare il recupero della forma fisica, che comunque potrà essere raggiunta una volta svezzato il piccolo, quando il nuovo assetto ormonale riequilibrerà il peso. Non è richiesta dieta speciale durante allattamento: non è positivo mangiare troppo (perchè c’è una certa facilità ad accumulare peso) ma nemmeno seguire diete restrittive, perchè il bambino succhia latte che contiene nutrienti che la mamma deve reintegrare.

E’ vero: esistono alcune patologie che impongono di escludere allattamento al seno. Tuttavia si tratta di pochi, particolari casi. In caso di dubbio, è fondamentale che chiediate consiglio al vostro medico. Allo stesso modo potete domandare un suo parere nel caso assumiate dei farmaci: ricordatevi che quasi tutte le medicine vengono dializzate nel latte, quindi è importante che vi accertiate che quella che state prendendo non sia pericolosa per vostro figlio.

Ricordatevi che raccontare delle proprie esperienze di maternità ed allattamento, di quelle piacevoli e anche di quelle che vi hanno messe più a dura prova, può essere utile a tante mamme sole e in cerca di supporto.