Il 30 maggio 2016 le autorità regolatorie europee hanno approvato il primo protocollo europeo di terapia genica. Si tratta di Strimvelis (nome commerciale di GSK2696273), le cui indicazioni riguardano il trattamento ex-vivo con cellule staminali dei pazienti affetti da ADA-scid per i quali non è disponibile un donatore HLA-compatibile per il trapianto di midollo.
Il farmaco viene somministrato una volta ed esclude il rischio di GVHD (Graft Versus Host Disease) e la necessità di donatore HLA-compatibile legati al trapianto, fino a poco tempo fa l’unica terapia disponibile.
ADA-scid è una malattia che appartiene al gruppo delle immunodeficienze combinate gravi (Severe Combined Immuno Deficiency). In particolare, è quella causata dal deficit di adenosin-deaminasi (ADA), fondamentale per la maturazione dei linfociti (sia di tipo T che B). Si tratta di una patologia rarissima, che colpisce 15 nuovi nati ogni anno. ADA catalizza le reazioni metaboliche delle purine, classe di composti che annoverano anche le basi che entrano a fare parte della struttura del DNA. A seguito della mancanza dell’enzima, il metabolismo delle basi non può avvenire e gli intermedi di reazione si accumulano, bloccando sintesi, riparazione e regolazione dei nostri geni.
Le conseguenze pesano sul sistema immunitario, che, compromesso, rende il paziente suscettibile ad infezioni ricorrenti, sostenute anche da microorganismi normalmente innocui. In assenza di trattamento le infezioni, che colpiscono soprattutto le vie respiratorie, possono provocare la morte dei pazienti nei primi due anni di vita. Ad essi viene di solito attribuita la caratteristica definizione di “bambini bolla”, per la necessità assoluta di vivere in un ambiente sterile ed isolato. Le tristi cronache ci ricordano di David, un bambino statunitense affetto da ADA-scid, reso famoso per la “bolla” dentro alla quale veniva fotografato. Le sue immagini fecero il giro del mondo e contribuirono a sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa malattia. Per lui non si trovò per tempo un donatore compatibile.
L’eziopatogenesi di ADA-scid è rappresentata da una serie di mutazioni puntiformi (che, cioè, colpiscono un solo gene) localizzate sul cromosoma 20 nella regione q13 e che vengono trasmesse per via autosomica recessiva. Questo significa che la malattia viene sviluppata sole se entrambi i genitori possiedono il gene anomalo e ne sono portatori sani. Esistono anche esempi di mutazioni compatibili con varianti meno aggressive della malattia.
La ricerca è tutta italiana ed è stata condotta da una partnership di successo fra HSR-TIGET (dipartimento facente capo all’Ospedale San Raffaele di Milano), Fondazione Telethon e GlaxoSmithKline (GSK). Comprende 14 progetti finanziati, condotti da 7 ricercatori, che hanno prodotto 58 pubblicazioni. Il percorso è iniziato oltre 15 anni fa con il professor Claudio Bordignon e la professoressa Maria Grazia Roncarolo, che ha poi proseguito gli studi insieme con il professor Alessandro Aiuti.
Il risultato è una terapia genica effettuata attraverso vettore retrovirale, che veicola la copia sana del gene. Il virus utilizzato per questa operazione viene reso incapace di replicarsi e quindi non può infettare alcuna patologia. Le cellule staminali midollari o i linfociti T periferici vengono quindi transfettati con il vettore (trasduzione) e reinfusi nel paziente per via endovenosa, attraverso cui alcune di queste arrivano al midollo osseo.
Nel 2002 i ricercatori del TIGET hanno per la prima volta dimostrato che questa terapia è efficace, sicura e duratura nel tempo. Nel gruppo di 18 bambini arruolati nella sperimentazione, dopo 7 di follow-up, il tasso di sopravvivenza è pari al 100%.
La notizia dell’approvazione del protocollo di terapia genica è stata accolta con comprensibile soddisfazione da parte delle istituzioni coinvolte nella ricerca, nonchè da parte di tutta la comunità scientifica. Strimvelis ha aperto la strada alla diffusione della terapia genica.
That’s the thnkniig of a creative mind
Thanks Hester!