La vaccinazione è una pratica nata nei primi dell’Ottocento da un’osservazione del dottore inglese Edward Jenner. Medico di campagna, notò che le mungitrici si ammalavano molto difficilmente di vaiolo, malattia allora imperante e causa di morte o (nel migliore dei casi) di cicatrici deturpanti, e, quando anche accadeva, ne sviluppavano una forma debole.
Dopo una serie di esperimenti, arrivò alla conclusione che l’esposizione controllata all’agente patogeno poteva attenuare o annullare il rischio di contrarre la malattia: scoprì l’immunità.
Questo è il meccanismo su cui si basano i vaccini: isolare dal microrganismo una porzione in grado di scatenare una reazione immunitaria (antigene), renderla inattiva (per questo i vaccini non causano la malattia) e somministrarla. Il contatto con il materiale immunogenico causa l’attivazione del sistema immunitario, che sintetizza anticorpi diretti contro il germe. Nel corpo sopravvivono, successivamente al primo, decisivo contatto, le cellule della memoria, che, attivate da successive esposizioni, ricominciano a produrre anticorpi.
I vaccini sono una delle maggiori conquiste dell’umanità, perché hanno contribuito a salvare milioni di vite e a debellare una malattia come il vaiolo, responsabile di epidemie devastanti. Sono fra i farmaci più efficaci e sicuri. Basti pensare che gli effetti collaterali che possono seguire la loro inoculazione hanno un’incidenza pari a meno di una persona su 1 milione di vaccinati.
Eppure, nonostante questo, sono uno dei paradigmi della medicina maggiormente prese di mira dai sostenitori delle pseudoscienze.
La prima, più articolata e famosa accusa mossa ai vaccini è quella di essere responsabili dell’insorgenza dell’autismo. Questa bufala nasce dall’azione criminale portata avanti dal medico inglese Andrew Wakefield. Egli allestì una sperimentazione insieme a 12 colleghi del Royal Free Hospital di Londra arruolando 12 bambini affetti da autismo, allo scopo di dimostrare il legame fra la vaccinazione MPR (contro morbillo, parotite e rosolia) e la comparsa di una sintomatologia facente riferimento ad una malattia nuova, da lui definita “enterocolite autistica” e rientrante nell’ambito dei disturbi dello spettro autistico. Wakefield e compagni riuscirono anche a pubblicare (siamo nel 1998) i risultati (da lui stesso artefatti) dello studio sulla prestigiosa rivista Lancet. Le inchieste condotte dal reporter investigativo Brian Deer scoperchiarono il vaso di Pandora sulle attività illecite della cricca. Wakefield era pagato profumatamente da un avvocato che si accingeva a difendere un cliente, il quale citava in giudizio il sistema sanitario per ottenere danni da un caso di autismo che intendeva far passare come conseguenza della vaccinazione.
Non è finita qui. L’uomo, poco prima della pubblicazione dello studio, aveva presentato domanda di brevetto per un nuovo vaccino anti-morbillo da lui garantito privo degli effetti collaterali che lui imputava a quello tradizionalmente in uso.
E non è ancora finita. Era in combutta con il padre di uno dei ragazzini della sperimentazione per la produzione di un kit diagnostico dell’enterocolite autistica.
Scoperto l’arcano, Wakefield è stato condannato e radiato dall’albo e la sua pubblicazione ritirata. Siamo nel 2010. Studi successivi hanno categoricamente smentito l’assenza di qualsiasi legame fra vaccino MPR e autismo, come attestato da OMS, dal CDC americano, dal Ministero della Salute e da Cochrane organization.
Smentita anche l’associazione fra la presenza di conservanti contenenti etilmercurio e la comparsa di sintomi neurologici. In Italia, per la verità, queste sostanze sono state escluse dalla formulazione dei vaccini da anni. Anche la quantità di sali dell’alluminio presente in una dose di vaccino è paragonabile a quella assimilata attraverso la comune alimentazione.
Dal 2010 ad oggi ci sono ancora persone che strumentalizzano questa storia, ormai chiusa da anni, per propagandare falsità.
Avete mai sentito dire a qualche genitore reticente ad ogni tentativo di instillazione di coscienza scientifica che prendere le malattie in maniera naturale protegge meglio che attraverso i vaccini?
Da oggi potrete tranquillamente smentirlo. L’immunizzazione garantita dal vaccino è la stessa fornita dalla patologia sviluppata dopo contagio, ma con rischi molto minori. Vorrei ricordare ai ferventi complottisti che chi contrae la poliomielite rischia la paralisi, chi il morbillo l’encefalite, chi la varicella la polmonite. La meningite colpisce (in Italia) 300 persone circa all’anno ed è letale in un caso su cinque.
Le teorie che sostengono che i vaccinisti siano un branco di pseudo professionisti corrotti si fondano sul nulla: è infatti sufficiente il buonsenso per smentirle. Si sta parlando, nel caso fosse vero l’assunto, di una rete di corruzione che coinvolge l’intera comunità scientifica (composta da gruppi di ricerca, ma anche da scienziati indipendenti), le istituzioni politiche e sanitarie, i comitati etici. Non è neppure immaginabile.
Gli antivaccinisti sostengono anche che dietro le vendite dei vaccini ci sarebbe Big Pharma. In sostanza, la lobby dell’industria farmaceutica sarebbe responsabile della diffusione delle malattie allo scopo di vendere vaccini. Questa teoria non ha il benché minimo fondamento finanziario. Analizziamo le vendite dei medicinali dello scorso anno. Come precisamente riportato da Roberto Burioni (eminente virologo e autore di un libro sul debunking dei vaccini), nel 2015 in Italia sono stati venduti farmaci per Epatite C (malattia sciaguratamente scoperta da qualunque forma di vaccinazione) per un valore di 1 miliardo e 721 milioni di euro; vaccini per 317 milioni. Le industri produttrici non possono essere così miopi da non puntare su segmenti di mercato ben più redditizi.
In Giappone, dove il vaccino MPR non è più in calendario, i casi di autismo sono in continuo aumento (probabilmente a causa del perfezionamento dei sistemi diagnostici), a dimostrazione dell’assenza di correlazione.
Certamente, fra le cause della diffusione delle teorie antiscientifiche, c’è l’uso irresponsabile dei social media. Attingere a fonti non qualificate e verificate è un altro, grosso errore.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
In Venezuela, dove non si registravano casi dal 1992, è in atto un’epidemia di difterite che finora ha ucciso 23 persone. Il morbillo sta riprendendo piede in Europa: più di 2.000 casi nel 2012, quando alla fine degli anni ’90 se ne contavano poche centinaia di casi l’anno. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono 240.000 i morti per morbillo ogni anno, in tutto il mondo. La vaccinazione contro questa patologia ha salvato la vita a 13,8 milioni di persone, globalmente, fra il 2000 ed il 2010.
L’Italia è a rischio coperture vaccinali: oggi siamo sotto l’86% della popolazione eleggibile.
Ma se, nonostante le prove scientifiche, gli strenui oppositori non vogliono cedere, occorre usare il buonsenso: se i vaccini avessero così tanti effetti collaterali come quelli loro imputati dagli antivax, dal momento che la nostra generazione è quasi completamente immunizzata, saremmo tutti già morti. Invece le malattie vaccinate sono sotto controllo (almeno per il momento). Abbiamo più di una dimostrazione scientifica della loro efficacia e neppure uno straccio di prova della loro mancanza di affidabilità.
La salute è un bene prezioso e solo un genitore sa quanto si possa essere ansiosi circa quella dei propri figli. Ma l’irrazionalità gioca brutti scherzi.
Per questo l’Ordine dei Medici ha deciso di inasprire le norme a tutela della salute pubblica e personale, contro i professionisti che sconsigliano i vaccini, che, da oggi, rischiano la radiazione dall’Albo. Abbiamo il dovere di aderire alle campagne vaccinali, per proteggere i nostri bambini e la società intera dal rischio di malattie potenzialmente mortali. Giusto che il nostro approccio sia il più sereno possibile: se abbiamo bisogno di spiegazioni, su qualsiasi aspetto della tematica, se nutriamo dubbi, sospetti, non dobbiamo avere esitazione nel porre domande a chi è autorizzato a risponderci. Possiamo rivolgerci ai centri vaccinali, consultare il sito dell’Istituto Superiore di Sanità o il sito web vaccinarsi (portale della Società Italiana di Igiene).
La vaccinazione ha un senso solo se l’intera popolazione la riceve: altrimenti permangono serbatoi della malattia, pronti a riattivarsi e a diffondersi non appena se ne presenti l’occasione.
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